L’assemblea dei parlamentari del Movimento 5 stelle si è riuinita per fare il punto della situazione sulla gestione della pandemia e, sopratutto, sul lasciapassare verde.
“Questa misura non ha fatto aumentare, se non di pochi numeri percentuali, i vaccinati. In compenso ci troviamo più di un milione di persone a casa che hanno diritto allo stipendio. Questa è una misura forzata, uno schiaffo enorme che blocca l’economia e in particolare il turismo… Con la fine dello stato emergenziale devono finire le restrizioni, deve finire tutto”, ha detto il senatore M5S Mauro Coltorti, presidente della Commissione Trasporti di Palazzo Madama.
Sulla stessa linea anche la deputata M5S Federica Dieni “Il Green pass non è uno strumento che amo, poteva essere accettabile in un momento significativo dei contagi. Il problema si è verificato quando nel periodo di maggior numero di contagi sono stati fatti interventi precipitosi uno dopo l’altro. Vogliamo prorogare l’emergenza fino a marzo? Va benissimo, ma a marzo deve finire: questa non può essere la normalità. Siamo in uno stato di diritto dove non si può discriminare, abbiamo creato una tensione sociale infinita. Questa non è una battaglia che si può lasciare alla Lega”.
“Visto che la curva dei contagi è in rapida discesa, bisogna cominciare gradualmente, fin da ora, a rallentare le restrizioni senza aspettare la fine dello stato di emergenza, a partire dalla richiesta di Super green pass per lavoro, sport e cultura”, aggiunge il deputato Davide Serritella.
“Non posso accettare che la linea del M5S la decida il governo. Oggi dobbiamo fare una valutazione su cosa vuole fare da adesso in poi il Movimento 5 Stelle. Il M5S deve iniziare ad avere una linea politica chiara. Fuori dal palazzo dicono che siamo diventati gli zerbini del Pd e di Speranza. Perché Sileri va in tv a difendere la linea di Speranza? Ci vada Speranza a difenderla”, dice la deputata Patrizia Terzoni.
La linea sembra essere abbastanza chiara anche sei i big del Movimento sono ancora piuttosto prudenti nel rilasciare dichiarazioni che potrebbero creare turbolenze nel rapporto con il Partito Democratico.
Tristano Quaglia