Draghi ha detto “siamo ritornati indietro di 80 anni”. La frase può essere letta come un modo di condannare l’invasione della Russa in Ucraina. Ma se la frase come si spera è stata formulata come dato storico, allora il Presidente Draghi dovrebbe essere conseguenziale, altrimenti condannare la guerra, aiutare gli aggrediti, accogliere i profughi, offrire ospitalità a chi fugge dalle bombe, lo dicono e lo stanno facendo in molti con grande slancio. 80 anni fa era il 1942 e la seconda guerra mondiale (oltre 68 milioni di morti) era già cominciata da 3 anni nel 1939, quando sono nato. La seconda guerra mondiale oltre che dai combattimenti sul campo, la Resistenza, le azioni di coraggio di singoli e gruppi, di accoglienza e solidarietà senza distinzioni, è stata fermata dagli operatori di pace (inizio 1941 la Carta atlantica firmata da Roosvelt e Churchill e di seguito) e da tante piccole e grandi storie di donne e uomini che hanno agito senza armi per convincere della inutilità della guerra e della necessità della pace.
Draghi sull’Ucraina: “Scellerato l’attacco alla centrale nucleare di Zaporizhzhia” ed ancora
il Presidente del Consiglio: “E’ contro la sicurezza di tutti. L’Europa deve continuare a reagire unita”. Frasi che ribadire di condividere è del tutto scontato. Ma tutti i capi di Stato e di Governo sostengono che essendo assente una politica estera comune europea (si ripete da 20 anni) si rende necessario trovare una personalità di altissimo prestigio internazionale per dialogare direttamente con Putin. Matteo Renzi per confermare l’impraticabilità delle sue iniziative avrebbe indicato Angela Dorothea Merkel nella figura di negoziatore quale rappresentante per tutti i Paesi UE. Non perché la stessa non sia più che autorevole, ma se non è più Cancelliera federale della Germania l’efficacia della trattativa ne perde. E chi può sostituire la Merkel se non il Prof. Mario Draghi che ha anche un ulteriore credito, quello di essere uno tra i massimi esperti mondiali di finanza? Per tentare di favorire l’incontro il Prof. Draghi dovrebbe apparire come uomo di scienza che esamina i dati oggettivi che provengono dai fatti, dai drammatici accadimenti sullo scenario di guerra, considerando anche le situazioni storiche ed economiche che hanno portato al conflitto. Ripetere che l’Europa è unita, che il governo italiano è unito, che tutti sono concordi nell’inasprire le sanzioni contro il tiranno non sembra il modo migliore per creare condizioni di pace. Al punto che sono state offerte a delle mamme delle armi, le quali prima spingevano le carrozzine dei loro adorati figli ed ora vogliono reagire contro l’aggressore. Ma l’aggressore a confronto è un gigante che può subire l’uccisione di un pugno di soldati e la presa di prigionieri, con un bagno di sangue di eroiche cittadine disposte a morire.
Diversamente, appare che il negoziatore, colui che si pone tra i due nemici, deve essere il più possibile credibile per ottenere il risultato, altrimenti la guerra continuerà e il numero dei morti non potrà che crescere da una parte e dall’altra in modo esponenziale.
Lasciamo che il mediatore sia la Cina o La Turchia o l’Arabia Saudita? Il mediatore non può essere che l’Italia. Gli italiani sono amati in tutto il mondo, dovunque gli italiani sono andati e ovunque vanno sono osannati dalle popolazioni che li percepiscono come i salvatori. Non siamo né francesi né tedeschi né belgi né spagnoli. Per stare nella UE con corretta partecipazione non è necessario condividere le posizioni degli altri sulla guerra, in ragione del fatto che non abbiamo mai portato la morte nei territori dove siamo andati. E mi fermo qui.
Anche l’ottimo giovane Ministro Di Maio deve capire che per farsi apprezzare dagli alleati non è sempre necessario dire sì e condividere le posizioni degli altri. Possiamo tentare di portare gli altri sulle nostre iniziative per far scoppiare la pace. Di Maio deve capire che affermazioni del genere pur giuste e giustificabili alimentano gli scontri: “Ciò che avverrà nelle prossime ore, nei confronti di chi sta provocando la morte di innocenti, è un pacchetto di sanzioni senza precedenti contro la Russia e l’economia russa“. Lo dice il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, nel piazzale antistante Palazzo Chigi dopo la riunione del Cops. “Reagiremo tutti quanti insieme. Ora come partner del G7 e come Paesi alleati dobbiamo dimostrare di essere uniti e rispondere tutti insieme“. La gara a chi è più severo nella condanna non porta alla pace.