Il nato, il bambino, è il simbolo eterno della sovrastante indipendenza, della singolarità del caso, del creatore della vita, del demiurgo della lealtà e della giustizia, un sulfureo e profetico ordinatore della cultura dei popoli, la perla di un’etica purissima scevra di ogni ombra di edonismo e utilitarismo. L’espressione del mistero della nascita la resurrezione permanente del Cristo.
Draghi, il coraggio della resa davanti allo strapotere delle armi.
Draghi, il coraggio della madre che chiede clemenza davanti allo strapotere del giudice che tradisce il suo compito.
Draghi, il coraggio del bambino che piange, ma non resta muto davanti allo strapotere dell’assistente sociale che usa il suo potere per torturare chi dovrebbe aiutare.
Draghi, il coraggio dell’artigiano che rinuncia al suo lavoro davanti allo strapotere del ministro che amministra le risorse degli altri.
Draghi, il coraggio dell’imprenditore che rischia i suoi risparmi per restare in vita davanti allo strapotere dei sindacati.
Draghi, il coraggio dei coltivatori davanti allo strapotere dei padroni europei.
Draghi, il coraggio delle genti marcianti senza una meta davanti allo strapotere dell’ordine repressivo.
Draghi, il coraggio dei reporter che sfidano la morte davanti allo strapotere dell’informazione di regime.
Draghi, il coraggio dei bambini che guardano gli adulti davanti allo strapotere della loro ignavia.
Draghi, il coraggio del narratore che denuncia l’orrore della guerra davanti allo strapotere della menzogna comune.
Draghi, il coraggio dello scienziato davanti allo strapotere delle ragion di Stato.
Draghi, hai svanito nel nulla l’occasione di essere tra i Grandi del mondo per la fede nell’unità dei mediocri.
Draghi, il tempo si è fatto corto, i bambini morti, torturati, rapiti dalle loro case, umiliati e offesi, davanti all’indecenza dei tutori, dei protettori, reclamano il bisogno della gioia di essere bambini e si intestano il dominio abusivo degli adulti per scrivere la dittatura dei bambini.
Draghi, “l’ingiustizia commessa in un luogo qualsiasi del mondo è una minaccia della giustizia in tutto il mondo” Martin Luther King.
Draghi, solo chi porta in dono la pace è degno di rispetto. Le armi, le sanzioni, l’isolamento dell’altro, sono un supplemento della tragedia che divide e allontana la pace.
Draghi, hai negato l’ascolto, per la tua dimostrata supponenza, pari a quella del giudicante, delle parole del bambino che ho incontrato al crocevia del destino è mi ha detto all’età di sette anni: “gli adulti non hanno mai risolto un problema” e quando ne aveva dieci, rinchiuso in un lager di Stato, ha scritto un tema sul “rispetto” che si è diffuso con la velocità della luce. E così ha scritto il modello per l’esistenza in comune degli esseri umani: “amatevi gli uni con gli altri non c’è altra possibilità”
Draghi, i bambini demoliscono anche i rigori della logica che rende pensabile quello che non è, cioè la realtà.
Eppure, un giorno in un tempo lontano, non definito, avevo invitato a pensare che “le colpe e le debolezze dell’essere umano possono diminuire quelle del sistema ma non le escludono né le riducono a misura trascurabile.