Roma- 44esimo anniversario del rapimento di Aldo Moro “16 marzo 1978”, poco dopo le ore 9:00 del mattino, in Via Mario Fani a Roma, un commando delle Brigate Rosse uccide le sue cinque guardie del corpo, Raffaele Iozzino, Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera e Francesco Zizzi e sequestra il presidente della Dc, Aldo Moro.
Alla notizia del rapimento scattano i blocchi stradali. La macchina dei rapitori verrà trovata pochi minuti dopo non lontano dal luogo del rapimento stesso. Appresa la notizia, operai, studenti, cittadini in tutta Italia scendono in sciopero e danno vita a manifestazioni in risposta agli appelli dei partiti e del sindacato a mobilitarsi contro il terrorismo.
Il ministro dell’Interno Francesco Cossiga alle ore 10:45 presiede al Viminale la prima riunione del Comitato tecnico-politico-operativo e viene creato un Comitato per la gestione della crisi costituito da un piccolo gruppo di esperti e a mezzogiorno vengono diffuse le schede segnaletiche di 16 presunti terroristi ricercati.
Era il 9 maggio di 44 anni fa quando a Roma, quelli delle Brigate Rosse uccisero Aldo Moro facendo trovare il suo corpo nel bagagliaio di una Renault color amaranto parcheggiata in via Caetanei, strada tra via delle Botteghe Oscure dove aveva sede il Partito Comunista Italiano e piazza del Gesù all’epoca sede della Democrazia Cristiana di cui Moro era Presidente.
Abbiamo ancora nella memoria immagini del rapimento e della morte del Presidente Moro. E maggior ricordo, come delle 87 lettere “Martiri della Resistenza” che il Presidente scrisse nei 55 giorni prigioniero delle Brigate rosse, è nelle parole della sua ultima lettera che nell’ora dell’addio Moro scrisse alla moglie: “Bacia e carezza per me, tutti. Volto per volto, occhi per occhi, capelli per capelli. Sii forte mia dolcissima in questa prova assurda e incomprensibile. Sono le vie del Signore. Vorrei capire coi miei piccoli occhi mortali come ci vedrà dopo. Se ci fosse luce sarebbe bellissimo”.
Quarantaquattro anni, tanti ne sono passati dalla strage di via Fani e dal delitto Moro, potrebbero essere un’occasione per fare chiarezza.
Per ci vuole approfondire il caso Moro, vi consigliamo un’opera rigorosa e più che mai attuale, scritta dalla scrittrice Internazionale Anna Rita Santoro. Il saggio intitolato “Prospetto psicografico di Aldo Moro”, Editrice Italia Semplice. Questo libro si pone un obiettivo importante come il leader della DC, fedele alla sua spiccata indole di mediatore, portata avanti con le sue 87 lettere scritte durante i 55 giorni della sua prigionia. L’autrice dell’opera, dopo un accurato lavoro di ricerca tra testimonianze, dichiarazioni politiche e documenti dell’archivio centrale di stato, ha analizzato i manoscritti delle 87 lettere del Presidente Moro, svela retroscena inediti che confermerebbero l’apertura di Aldo Moro al riconoscimento politico delle Brigate Rosse. Un’ipotesi, questa, che azzererebbe ogni dubbio sull’autenticità delle lettere dalla prigionia dell’allora presidente della Democrazia Cristiana. L’opera è in vendita anche su Amazon.
Ubaldo Marangio