“La maggior parte delle donne detenute ha alle spalle storie rovinose. Persone che hanno subito ogni sorta di umiliazione e che alla fine del loro percorso finiscono inevitabilmente in carcere, considerato una discarica sociale. E se il carcere è l’ultimo livello di degrado allora è qui che lo stato deve agire efficacemente”. Lo ha detto la senatrice di Impegno civico Cinzia Leone partecipando all’iniziativa dell’Associazione Nessuno tocchi Caino “La lunga notte del carcere, aspettando l’alba, mobilitazione non violenta”. Leone, nel corso di questa legislatura, ha presentato una quarantina di interrogazioni parlamentari per denunciare le condizioni di vita nelle carceri, “purtroppo spesso senza risposta”. Fu lei – si legge nella nota di Ic – che, poco più di un anno fa, fece rimuovere la direttrice di Santa Maria Capua Vetere dopo una visita a seguito di pestaggi avvenuti all’interno del penitenziario. “Per fortuna non in tutti gli istituti c’è la stessa situazione. Qualcuno è all’avanguardia, come quello di Secondigliano a Napoli, che ha addirittura una convenzione con l’Università Federico II, ma si tratta di oasi nel deserto. Per il resto abbiamo problemi ovunque. I principali riguardano l’assistenza sanitaria, soprattutto quella su detenuti con problemi psichiatrici. Qui abbiamo la necessità di risposte immediate che raramente arrivano”. Cinzia Leone ha poi sottolineato un aspetto positivo della riforma Cartabia. “La violenza sessuale, grazie a quella legge, oggi viene equiparata ai reati di stampo mafioso. Ma vorrei ancora più coraggio. Mi piacerebbe che si formasse un pool anti femminicidio alla stregua di un pool antimafia”.
(askanews)