AGI – Dovrebbe essere un primo Consiglio dei ministri rapido quello che ci sarà dopo la cerimonia del passaggio di consegne da Mario Draghi a Giorgia Meloni. Intanto occorrerà ufficializzare le deleghe in Cdm (è previsto tra l’altro la nomina di Mantovano sottosegretario alla presidenza del Consiglio) e il premier terrà il primo discorso ai suoi ministri in attesa di incassare la fiducia del Parlamento martedì alla Camera e mercoledì al Senato.
Il governo comincerà poi a lavorare nei prossimi giorni ad approfondire i temi sul tavolo, dal caro bollette al Pnrr. I primi passi che muoverà il nuovo presidente del Consiglio – questa la formula utilizzata nelle prime comunicazioni – saranno anche nel campo della politica estera.
Dopo la fiducia a Montecitorio e a palazzo Madama ci sarà il completamento della squadra di palazzo Chigi (potrebbe avere un ruolo Fazzolari che in un primo momento era dato come sottosegretario alla presidenza), e la partita del sottogoverno.
Tra i possibili viceministri, tra gli altri, si fanno i nomi per FI di Barelli (nella scorsa riunione di gruppo di FI Berlusconi ha fatto il suo nome per il ministero dell’Interno), per Fdi di Cirielli e Delmastro.
Il leghista Rixi potrebbe andare al dicastero delle Infrastrutture. Ma i tempi, così come quelli per le presidenze delle Commissioni, sono più lunghi. Da risolvere anche il nodo sulla competenza dei porti. “Vedremo”, ha commentato il ministro del mare e del Sud Musumeci dopo che Salvini ha sottolineato il ruolo del suo ministero riguardo il controllo degli sbarchi. Per il cambio dei nomi dei ministeri sarà necessario un decreto legge. Per le deleghe dei ministeri senza portafoglio servirà un dpcm
Lunedì dovrebbe esserci a Roma l’incontro con il presidente francese Emmanuel Macron.
Il premier, anche dopo le polemiche dei giorni scorsi, nelle prossime settimane ribadirà agli interlocutori internazionali la collocazione atlantista ed europeista dell’Italia a sostegno dell’Ucraina. Sostegno che nei prossimi mesi potrebbe pure arrivare direttamente con una visita a Kiev.
Intanto il presidente ucraino Zelensky ha voluto congratularsi con Meloni, “la prima donna presidente del Consiglio d’Italia”. “L’Italia è e sarà sempre dalla parte del coraggioso popolo ucraino che lotta per la sua libertà e per una giusta pace. Non sei solo!”, la risposta.
Anche la Casa Bianca ha voluto rimarcare il ruolo del nostro Paese, “un vitale alleato Nato e un partner stretto”.
“Siamo impazienti di continuare la nostra eccellente partnership”, ha sottolineato il segretario di stato americano Blinken. “Ringrazio il presidente degli Stati Uniti Joe Biden per le sue congratulazioni. Stati Uniti e Italia sono uniti da una profonda amicizia e dalla partnership transatlantica, fondata su valori comuni. Non vedo l’ora di rafforzarli ulteriormente, battendoci insieme per la libertà e la sicurezza internazionale”, ha affermato il premier.
A lavorare per rinsaldare l’asse con Kiev sarà pure Tajani: il ministro degli Esteri come suo primo atto alla Farnesina ha telefonato al collega ucraino Kuleba, per esprimere “solidarietà e vicinanza”.
Meloni porterà avanti la linea di politica estera secondo il suo programma di governo, puntando – ha sempre sottolineato – agli interessi del Paese. Al momento nella sua agenda c’è la partecipazione al G20 che si terrà in Indonesia il 15 e il 16 novembre. Dal 6 al 18 novembre si terrà a Sharm el Sheikh, in Egitto la 27° Conferenza sui Cambiamenti Climatici.
Luca Monti