All’inaugurazione dell’anno giudiziario tenutosi il 26 gennaio scorso presso l’Aula Magna della Corte Suprema di Cassazione il ministro della Giustizia Carlo Nordio ed il neo eletto vicepresidente della Consiglio Superiore della Magistratura Fabio Pinelli, hanno tenuto un discorso breve, ma molto chiaro.
All’inaugurazione dell’anno giudiziario che si è tenuto il 26 gennaio 2023 nell’Aula Magna presso la Corte Suprema di Cassazione il ministro della Giustizia Carlo Nordio inizia il suo intervento con un ringraziamento alla magistratura, “alle forze dell’ordine che con tenacia e competenza hanno conseguito” l’arresto del latitante Matteo Messina Denaro.
” Un grande cantiere sempre aperto della giustizia chiamata in questa fase storica a rinnovate sfide. Ora più che mai, tutti i nostri sforzi sono volti ad assicurare al paese un sistema capace di soddisfare le esigenze dei cittadini e delle imprese, per consolidare la fiducia dei primi e l’efficienza delle seconde”.
È possibile dare un nuovo volto al servizio giustizia sulla spinta dall’azione riformatrice avviata con il Pnrr, ” in sintonia con le trasformazioni rapide, a volte repentine, dei nostri tempi. Questa è la nostra assoluta priorità, già illustrata nelle relazioni alle Commissioni Giustizia e alle Camere. A questa meta stiamo lavorando dal primo giorno del nostro insediamento, nella consapevolezza che un obiettivo così ambizioso è raggiungibile solo con la leale collaborazione e il costruttivo dialogo con tutti gli attori, nel rispetto delle prerogative di ciascuno”.
Il ministro parla di un anno nel quale c’è stata “l’immissione massiccia di nuove risorse con l’Ufficio per il processo e di nuovi investimenti per una necessaria accelerazione sulla digitalizzazione, “grazie ai fondi del piano nazionale di ripresa e resilienza. Un anno di articolate riforme di sistema finalizzate a razionalizzare e ridurre i tempi del giudizio”.
Queste innovazioni che dovranno trovare attuazione stanno richiedendo – precisa il ministro- ulteriori sforzi organizzativi da parte degli operatori, quali magistrati, avvocati, personale amministrativo ai quali il Guardasigilli rivolge i suoi sentimenti di profonda gratitudine.
“A ciascuno garantisco che, nell’ambito dei compiti di organizzazione assegnati al Ministero della Costituzione, sapremo assicurare risposte tempestive alle sollecitazioni provenienti da ogni parte”.
Per quanto attiene all’ efficienza del processo, Nordio ne osserva il cambiamento grazie ad una progressiva digitalizzazione sulla base di una “qualità di interventi e una forte iniezione di risorse, nel costante rapporto tra il Ministero e gli uffici Giudiziari. In questa prospettiva di vicinanza e dialogo, è stato avviato un filo diretto di comunicazione tra via Arenula e gli uffici. E nella stessa prospettiva di una giustizia di prossimità debutterà a breve un progetto che permetterà a tutti di usufruire agevolmente di servizi fondamentali”.
Un cantiere sempre aperto alla giustizia, sottolinea Nordio, nel quale ” dovremo tenere insieme l’applicazione delle riforme già avviate e la progettazione di nuove.
Il ministro precisa che ogni futura riforma, “prima di essere affidata alle valutazioni del Parlamento, si comporrà attraverso l’ascolto di tutte le voci del sistema giustizia, dall’avvocatura all’accademia e alla magistratura, la cui autonomia e indipendenza costituisce un pilastro della nostra democrazia, garantita dalla Costituzione” (come il Presidente Mattarella ha ricordato due giorni prima), principi che ritiene inderogabili. “Se non avessi creduto e non credessi nella loro sacralità non avrei rivestito la toga, come spero di aver fatto, con dignità e onore”, osserva il Guardasigilli.
“Ci promettiamo di lavorare alacremente per l’attuazione della legge delega sull’ordinamento giudiziario” che Nordio ritiene una occasione importante per la magistratura “per proseguire nel processo di rivitalizzazione delle proprie radici deontologiche, con l’auspicio di realizzare quel profondo processo riformatore e quella rigenerazione etica e culturale, come il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha affermato.
Il Governo cercherà di conciliare le doverose risposte alle molteplici richieste di tutela dei cittadini con un rigoroso rispetto delle garanzie proprie di uno stato di diritto.
Con l’onnipresente spirito di ” leale collaborazione” ed educazione che lo distingue il Ministro della Giustizia Nordio termina il suo discorso.
Un discorso breve, ma conciso anche quello del neo eletto (25 gennaio) vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Fabio Pinelli. E’ avvocato, è stato professore di Diritto penale dell’ambiente, del lavoro e della sicurezza informatica presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia.
“Sento in questo momento e in questa sede, tutta la responsabilità del compito appena affidato a tutti i nuovi consiglieri, e a me che oggi li rappresento. Sono e siamo tutti consapevoli della delicatezza della funzione che siamo chiamati a svolgere: garantire l’autonomia e l’indipendenza dell’ordine giudiziario, pilastro – come ci ha ricordato il presidente della Repubblica – della nostra democrazia”, sono le prime parole di Pinelli.
Una funzione che il Consiglio dovrà esercitare nel solco tracciato dall’articolo 54 della Costituzione, cioè “adempiere al nostro dovere con disciplina ed onore” sottolinea il vicepresidente del CSM.
Pinelli promette di tener fede a quanto espresso durante il discorso tenuto dopo l’elezione alla carica di vicepresidente del CMS del 25 gennaio “con un proposito di apertura, di ascolto e di dialogo con tutti i componenti del Consiglio Superiore”, un reciproco e franco confronto sottolinea il neo eletto. “L’obiettivo sarà quello di trovare sempre una sintesi, nell’interesse esclusivo dei cittadini”, senza sottovalutare le sfide, ma portando avanti un ideale ossia che il “magistrato si distingua per rigore professionale, per il riserbo in tutti i comportamenti, e per il rispetto della dignità delle persone.
Dell’obbligo da parte nostra del rispetto della legge, delle responsabilità che gravano sul Consiglio, dei limiti di competenza che dobbiamo rispettare, rispondiamo e risponderemo ai cittadini” è quanto dichiara il neo vicepresidente. In una ottica dialogante con gli altri poteri dello Stato, e all’interno “di una cornice corretta e rispettosa della separazione dei poteri, nei confini così ben delineati dalla nostra Costituzione, il Consiglio saprà dimostrare di saper ascoltare e di comprendere le complessità e le difficoltà delle singole realtà giudiziarie”.
Un dialogo costruttivo con tutti, compresi, quindi i cittadini.
“Parleremo poco e lavoreremo tanto, dovranno parlare i fatti” queste sono parole che soprattutto i cittadini vittime di ingiustizie si aspettavano di ascoltare da anni. Non solo parole, ma fatti concreti, è lecito attendersi.
Anche Pinelli ricorda quanto il Presidente della Repubblica Mattarella ha sottolineato, ossia che la magistratura “ha nei valori costituzionali, nel suo ambito nella sua storia, le risorse per affrontare le difficoltà per assicurare – con autorevolezza e credibilità – il rispetto della legalità indispensabile per la vita e la crescita civile della società”.
Tenere vivi i valori costituzionali è il compito del Consiglio Superiore della Magistratura come “inverare quell’indipendenza e autonomia che devono coniugarsi con la professionalità, la responsabilità, trasparenza, la sottoposizione alla legge perché i primi senza le seconde si tradurrebbero in meri privilegi; di valorizzare quelle energie e quelle risorse che la magistratura può offrire per il consolidamento lo sviluppo dello Stato di diritto; di dare il proprio contributo alla credibilità del sistema giustizia, nel rispetto della sovranità del Parlamento, nell’orizzonte di una ricostruzione del rapporto di fiducia tra magistrati e cittadini”.
Le premesse sono tutte buone.
Di Giada Giunti