La premier: “Al G7 grande lavoro di squadra. Pace non significa resa nè sottomissione”. I leader, “dialogo tra tutte le parti”. Brasile, India e Sud Africa, ed altre nove nazioni, non aderiscono alla dichiarazione finale
Per la premier “la Conferenza di oggi rappresenta un’iniziativa coraggiosa, che smantella certe narrazioni o propaganda. Nessuno può mettere in dubbio l’assoluta importanza dei tre temi cruciali di interesse globale discussi oggi: la sicurezza nucleare, la sicurezza alimentare e la dimensione umana, in particolare il ritorno dei bambini sfollati. Sono importanti per tutti noi e penso, anche in base alla discussione di oggi, che possiamo costruire molto. La pace non significa resa, come sembra suggerire il Presidente Putin con le sue ultime dichiarazioni. Non è così. Confondere la pace con la sottomissione costituirebbe un pericoloso precedente per tutti”, ha concluso Meloni.
Dodici paesi non firmano il documento finale della Conferenza di pace
Il vertice per la pace in Ucraina, che ha riunito circa 60 leader mondiali e i rappresentanti di circa 80 governi, si è concluso con una dichiarazione congiunta che chiede la sicurezza del transito nucleare e marittimo, anche se 12 Paesi leader del mondo in via di sviluppo e partner della Russia in alcuni forum hanno rifiutato di firmare il documento. Tra questi, Brasile, India e Sudafrica – che insieme a Russia e Cina fanno parte del gruppo di economie emergenti noto come BRICS – e il Messico. Armenia, Bahrein, Indonesia, Libia, Arabia Saudita, Thailandia ed Emirati Arabi Uniti non hanno aderito alla dichiarazione finale, mentre 84 Paesi hanno firmato il documento, tra cui i Paesi dell’Unione Europea, gli Stati Uniti, il Giappone, l’Argentina, il Cile e l’Ecuador.
Nel comunicato finale la stragrande maggioranza dei Paesi ha anche appoggiato la richiesta di uno scambio completo dei soldati catturati e del ritorno dei bambini ucraini deportati. Ma non tutti i partecipanti hanno appoggiato il documento: l’India, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti sono tra coloro che non sono stati inclusi in un elenco di Stati sostenitori mostrato sugli schermi del vertice. “Crediamo che il raggiungimento della pace richieda il coinvolgimento e il dialogo tra tutte le parti”, si legge nel documento. E aggiungeva: “Riaffermiamo il nostro impegno verso… i principi di sovranità, indipendenza e integrità territoriale di tutti gli Stati, compresa l’Ucraina, all’interno dei loro confini internazionalmente riconosciuti”.
Più di 90 Paesi si sono riuniti nella località svizzera di Burgenstock per il vertice, dedicato a discutere le proposte di Kiev per una via d’uscita dal conflitto. Mosca non è stata invitata e ha respinto il vertice definendolo “assurdo” e inutile. Kiev aveva lavorato duramente per assicurarsi la partecipazione di Paesi che mantengono relazioni calde con la Russia. Il documento finale chiede anche il rilascio di tutti i prigionieri di guerra in uno “scambio completo” e il ritorno in Ucraina di tutti i bambini ucraini che erano stati “deportati e sfollati illegalmente”.
Kiev accusa la Russia di aver rapito quasi 20.000 bambini dalle zone dell’est e del sud del Paese di cui le sue forze hanno preso il controllo. I gruppi di lavoro del vertice hanno affrontato anche i temi della sicurezza alimentare globale e della sicurezza nucleare. La dichiarazione afferma che “la sicurezza alimentare non deve essere armata in alcun modo”, aggiungendo che l’accesso ai porti del Mar Nero e del Mar d’Azov è “critico” per l’approvvigionamento alimentare globale. I Paesi hanno anche chiesto che l’Ucraina abbia il “pieno controllo sovrano” sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Situato nel sud dell’Ucraina, l’impianto è il più grande sito di energia nucleare d’Europa ed è stato controllato dalle forze russe fin dall’inizio della guerra.
A sottoscrivere il testo: Albania, Andorra, Argentina, Austria, Belgio, Benin, Bosnia, Bulgaria, Capo Verde, Canada, Cile, Costa Rica, Consiglio d’Europa, Croazia, Cipro, Repubblica ceca, Danimarca, Repubblica domenicana, Ecuador, Estonia, Commissione europea, Parlamento europeo, isole Fiji, Finlandia, Francia, Gambia, Georgia, Germania, Ghana, Grecia, Guatemala, Ungheria, Islanda, Iraq, Irlanda, Israele, Italia, Giappone, Giordania, Kenya, Kosovo, Lituania, Lettonia, Liberia, Liechtenstein, Lussemburgo, Malta, Moldova, principato di Monaco, Montenegro, Olanda, Nuova Zelanda, Macedonia del Nord, Norvegia, Palau, Perù, Filippine, Polonia, Portogallo, Qatar, Corea del sud, Romania, Ruanda, San Marino, Serbia, Singapore, Slovacchia, Slovenia, Somalia, Spagna, Suriname, Svezia, Svizzera, Turchia, Ucraina, Gran Bretagna, Stati Uniti e Uruguay.