Emozioni o razionalità nelle scelte politiche – Spesso, la animosità politica e l’aggressività intellettuale contro il gruppo politico avversario, fanno prevalere l’emotività sulle decisioni razionali, influenzando le scelte migliori per ottenere una gratificazione immediata dei sentimenti. Non sorprende quindi troppo che i democratici americani abbiano scelto Kamala Harris nella competizione elettorale per la nomination. A prima vista, è una donna di aspetto piacevole, capace di suscitare immediata empatia, sia per la prestanza fisica nel contesto maschile, sia per l’effetto di immedesimazione in quello femminile. Tuttavia, se separiamo l’emotività dalle decisioni razionali, emergono altre sfaccettature che, da diversi punti di vista, dimostrano quanto spesso le apparenze possano essere ingannevoli quando si tratta di scegliere chi guiderà un Paese con un ruolo di leadership mondiale.
L’evoluzione professionale – Dal 1990 Harris assume l’ incarico di aiuto Assistente Procuratore Distrettuale a Oakland, facendo poi carriera nella Magistratura fino a Procuratore Genersale della California. Successivamente fa il salto politico fino ad essere nominata Vicepresidente nel 2020 al fianco del Presidente Biden. Dopo ben 25 anni di Magistratura si suppone che abbia acquisito anche una struttura mentale da magistrato e cioè di decidere personalmente senza necessità di negoziare e quindi non doversi impegnare per ottenere un risultato anche durante accessi di riso compulsivo. Infatti l’ esperienza professionale di magistrato, dedicato a questo ruolo per un quarto di secolo si adagia sulle proprie decisioni non condizionate a dialettica competitiva con altri. Questo perché il procuratore generale agisce in base a leggi, regolamenti e precedenti giuridici, che offrono una guida chiara e obiettiva soprattutto autonoma anche in condizioni di irrefrenabile ilarità.
Un Pesidente con riso compulsivo –Ma cosa avverrà allorquando questo magistrato transitato in politica dovesse assumere un incarico relazionale, diplomatico ad altissimo livello come è quello del Presidente degli Stati Uniti d’America. Vediamo ora sotto il profilo biologico cosa può accadere quando una persona che manifesta incontinenza o labilità emotiva dovrà affrontare argomenti internazionali durante conversazioni diplomatiche. Ogni volta in tali situazioni, dovrà concentrare gran parte della propria energia mentale nel tentativo di bloccare la risata compulsiva. Poiché l’energia mentale e intellettuale di una persona non è illimitata, ma ha una capacità determinata, gran parte di questa energia viene deviata per reprimere il riso, riducendo quindi la disponibilità di risorse cognitive per la conversazione in corso. Di conseguenza, un colloquio con un interlocutore sarà sempre disturbato e non raggiungerà mai l’efficacia desiderata dalla persona affetta da tale sindrome. La limitata capacità di concentrazione e la necessità di reprimere costantemente il riso influiscono negativamente sulla qualità e sul contenuto
Impatto sulla comunicazione e negoziazione – Chi di noi non ha mai sperimentato, più di una volta e spesso durante la vita, un momento di risata irrefrenabile, anche per qualcosa di banale, al punto da non riuscire più a tornare a una condizione normale? Questo accade soprattutto tra i bambini e i ragazzi a scuola, quando una risata contagia l’intera classe, rendendo impossibile per chiunque controllarsi.
Tuttavia, mentre questo fenomeno è comune e generalmente innocuo, diventa una condizione patologica quando una persona sente sistematicamente il bisogno di ridere in modo rresistibile. Sappiamo quanto sia difficile sopprimere questa necessità per riuscire a parlare normalmente con qualcuno. Pensiamo, per esempio, a quante volte, di fronte a un professore, ci trattenevamo a fatica dal ridere e quanto fosse arduo rispondere seriamente alle sue domande. Questo dimostra che quando c’è una necessità di reprimere una risata compulsiva, la nostra capacità intellettuale ne risente significativamente, riducendosi al minimo. Tale situazione compromette la nostra abilità di comunicare efficacemente e di ottenere risultati soddisfacenti in contesti che richiedono serietà e concentrazione.
Competenze e limiti – Questa condizione è sia biologica che intellettuale. Pertanto, anche se una persona riesce a mantenere un colloquio serio, il risultato sarà sicuramente inferiore rispetto a quello ottenuto da una persona senza tale condizione. Affidare un incarico importante a qualcuno con questa anomalia potrebbe portare a un insuccesso. Sarebbe quindi più prudente optare per un’altra persona, anche con intelligenza e capacità medie, ma che possa dedicare tutte le sue risorse mentali alla conversazione senza dover reprimere continuamente impulsi inconsci o consci di riso. Di conseguenza, il risultato ottenuto sarebbe necessariamente inferiore all’impegno richiesto per il colloquio, dato che l’energia spesa nel controllo della risata supera quella dedicata al contenuto della discussione.
Un rischio per la stabilità mondiale – Tornando in tema della nomination, tutto ciò rende l’ex Procuratore Generale, Kamala Harris, persona poco idonea per un incarico di questo genere per il quale è richiesto un impegno totale e incondizionato che ha molto spesso per obiettivo la negoziazione politico militare per la pace nel mondo.