Articolo tratto da dire.it , autori Alessandra Fabbretti e Vincenzo Giardina
La revoca degli accrediti per sei diplomatici britannici, accusati di spionaggio dai servizi della Federalnaya Sluzhba Bezopasnoti (Fsb): è la risposta di Mosca, ha riferito oggi l’agenzia di stampa russa Novosti, alle ultime dichiarazioni del premier Keir Starmer rispetto all’uso di armi Nato a lungo raggio da parte dell’Ucraina.
La misura contro i funzionari è stata motivata con i rischi che le loro attività configurerebbero per la “sicurezza nazionale”.
Oggi Starmer si trova a Washington, dove avrà un colloquio con il presidente americano Joe Biden. “E’ stata la Russia a iniziare questo conflitto- ha detto il capo di governo prima dell’incontro, in dichiarazioni rilanciate dall’emittente Bbc- E’ stata la Russia a invadere illegalmente l’Ucraina; e la Russia può porre fine al conflitto subito”.
Le sue parole hanno seguito un discorso pronunciato in televisione dal presidente Vladimir Putin. Se Kiev userà missili a lungo raggio forniti da Stati Uniti e Regno Unito, aveva detto il capo di Stato russo, “riterremo la Nato in guerra“. Un monito giunto all’indomani della visita del segretario di Stato americano, Antony Blinken, in Ucraina. Con il presidente Volodymyr Zelensky il dirigente statunitense era tornato a parlare della cessione di nuovi armamenti all’alleato, in un momento in cui l’esercizio di Mosca ha avviato una controffensiva per riprendere il controllo della regione di Kursk e respingere le truppe ucraine.
Ma il tema della concessione di armi Nato all’Ucraina è un dibattito che prosegue da mesi e su cui ora sembra confermato il via libera di Washington e Londra, che tira quindi dentro tutta l’Alleanza atlantica. Così, Nel suo discorso Putin ha avvertito: “Se verranno usate, cambierà la natura stessa del conflitto. Pertanto prenderemo tutte le decisioni del caso per far fronte alle minacce che questa scelta comporta”.