Da dire.it
ROMA – Hamas rilascerà un nuovo gruppo di tre ostaggi il prossimo sabato, 15 febbraio, come previsto dall’accordo per il cessate il fuoco a Gaza siglato con Israele: lo conferma l’organizzazione palestinese stessa in una nota condivisa sul proprio canale Telegram e visionata dall’emittente Al Jazeera. La decisione è stata assunta dopo l’incontro tra la delegazione di Hamas e i rappresentanti di Egitto e Qatar, che guidano i negoziati con Israele.
“DA EGITTO E QATAR GARANZIE PER ALLOGGI, CASE PREFABBRICATE, TENDE E AIUTI”
“I colloqui- si legge nella nota- sono stati caratterizzati da uno spirito positivo e i fratelli mediatori in Egitto e Qatar hanno confermato che daranno seguito agli impegni”, vale a dire “la garanzia di alloggi per il nostro popolo e l’arrivo urgente di case prefabbricate, tende, attrezzature pesanti, forniture mediche, carburante e il continuo flusso di aiuti e tutto quanto stipulato nell’accordo”. I mediatori si sono altresì impegnati a “rimuovere gli ostacoli e colmare le lacune” nell’attuazione dei punti dell’intesa, “di conseguenza”, scrivono ancora i vertici dell’organizzazione, “Hamas conferma la sua posizione ad attuare l’accordo in conformità con quanto firmato, incluso lo scambio di prigionieri secondo il calendario specificato”.
GLI ULTIMATUM DI TRUMP E NETANYAHU
L’annuncio avviene dopo un doppio ultimatum: il primo è arrivato dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che qualche giorno fa ha “ordinato” ad Hamas di rilasciare tutti gli ostaggi entro sabato a mezzogiorno, pena l’annullamento del cessate il fuoco e la ripresa della guerra. Una posizione subito assunta anche dal governo del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
Gli annunci di Trump e Netanyahu sono giunti dopo la decisione dell’organizzazione di “rinviare” la liberazione degli ostaggi fissata per sabato prossimo. Questo perché, a detta di Hamas, Israele avrebbe violato i termini del cessate il fuoco, ritardando il ritorno a casa degli sfollati verso il nord della Striscia e limitando la distribuzione degli aiuti e le evacuazioni all’estero per ragioni mediche. Inoltre, Hamas ha denunciato nuovi attacchi che hanno causato morti. Pertanto l’organizzazione, pur mantenendo “la porta aperta” al dialogo, aveva rinviato i rilasci alla corretta esecuzione dell’intesa.
IL PERCHÈ DELLA “FRENATA” DI HAMAS
Questa, promossa da Egitto, Qatar e dall’ex presidente Joe Biden, si articola in tre fasi da 42 giorni, ciascuna delle quali prevede il rilascio di circa una trentina di ostaggi a fronte della liberazione di diverse centinaia di prigionieri palestinesi, il ritiro delle truppe israeliane da Gaza, il ritorno a casa dei profughi e l’ingresso degli aiuti umanitari.La mossa di Hamas è seguita, però, anche a un’altra vicenda: l’annuncio di Trump di voler acquistare Gaza per liberarla dalle macerie e trasformarla nella “riviera del Medio Oriente”, trasferendo la popolazione residente in Egitto e Giordania. Un’ipotesi a cui si sono opposti questi due Paesi, così come hanno fatto anche l’Unione europea e Paesi come Iran e Cina.
Stamani, in una intervista all’emittente radiofonica 103fm, il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich sul piano ha dichiarato: “Lo Stato di Israele tornerà a combattere con tutte le sue forze e occuperà Gaza, se ne assumerà la responsabilità e avvierà una massiccia operazione di emigrazione”. Secondo il ministro, si tratterà “di un’operazione logistica pazzesca, in coordinamento con gli Stati Uniti. Occuperemo la Striscia di Gaza, distruggeremo Hamas e così non ci sarà più nessuna minaccia da Gaza per i cittadini di Israele”.