ROMA – Digitalizzazione, formazione e sburocratizzazione. Sono questi i tre pilastri della nuova scuola secondo la Gilda degli Insegnanti, il sindacato dei docenti che ha organizzato oggi a Roma un convegno per parlare di come ‘Costruire il futuro della scuola‘. “Quasi il 90% degli insegnanti si dedica alla formazione digitale- ha spiegato Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti– Una buona parte degli insegnanti dedica 25 ore o più alla formazione digitale, ma il problema è che queste ore non sono retribuite perché non inserite nei contratti: oggi la maggior parte della formazione è su base volontaria. La formazione deve essere retribuita e di qualità”. Un lavoro aggiuntivo, quindi, che si aggiunge alle mansioni amministrative e burocratiche. “Proprio per questo dobbiamo trovare il modo di semplificare- ha aggiunto Di Meglio- Trasformare le parole in pratica cioè nella politica”.
Intervenuto durante il convegno, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha promesso un piano in 20 punti sulla semplificazione che sarà presentato oggi in Consiglio dei ministri. “20 azioni per la semplificazione che andranno a vantaggio di docenti e scuole- ha detto Valditara- Questo è solo l’inizio. Sarà un cantiere aperto. Credo profondamente che nella scuola il tema della sburocratiazzazione sia centrale, anche considerando le nuove tecnologie”. Sul tema del digitale, il ministro ha ricordato lo sforzo fatto dai docenti nei mesi di pandemia per consentire la Didattica a distanza, ma ha anche aggiunto che “la scuola è comunità, e abbiamo visto come l’assenza di un contatto fisico ha portato a drammatici esiti. Il digitale è destinato a cambiare le nostre vite, quindi non possiamo rifiutarlo, dobbiamo maneggiarlo con cura”.
Secondo un sondaggio realizzato dalla Gilda, circa il 75% dei docenti ritiene che la formazione digitale giochi un ruolo importante rispetto all’apprendimento degli alunni. All’acquisizione delle competenze digitali, il 31,9% riserva fino a 30 ore di formazione, il 23,1% oltre 50 e il 10,5% fino a 50.
La sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti, intervenuta in videocollegamento, ha ribadito che si deve correre il rischio di diventare schiavi delle tecnologie, che devono rimanere solo un servizio. “La formazione continua degli insegnanti è molto importante, anche per quanto riguarda la digitalizzazione– ha detto- Anche per quanto riguarda i fondi del Pnrr, è importante investirli con cognizione di causa: è inutile far arrivare un camion di computer in una scuola che ne è già dotata, meglio investire quei fondi nella formazione digitale degli insegnanti”. La sottosegretaria si è impegnata anche nel contrastare “l’eccessiva burocratizzaizone che impegna i dirigenti a districarsi in pratiche che poi non gli permettono di dedicarsi alle responsabilità cui sono sottoposti”.
Il direttore generale Istat Michele Camisasca ha messo in luce invece il tema del calo demografico e dell’abbandono scolastico. “Nel 2022 abbiamo avuto meno di 400mila nati nel nostro Paese: questo ha un riverbero nel futuro delle nostre classi, anche se il calo è in realtà costante: già tra il 2015 e il 2019 abbiamo avuto un calo importante di presenze di iscritti alla scuola d’infanzia (- 190mila bambini) e alla scuola primaria (- 107mila bambini)- ha spiegato- Dal 2008, il dato più alto di nascite negli ultimi 20 anni, è iniziata la decrescita. Quindi nel prossimo anno anche nelle scuole superiore si verificherà un calo importante. Questo è un richiamo per tutti i decisori, per fare della programmazione sugli edifici scolastici e sui servizi”.
Nel corso della mattinata sono intervenuti anche il Segretario Generale Fondazione Einaudi Andrea Cangini, la senatrice Carmela Bucalo, la dottoressa Maria Pia Bucchioni e il Presidente dell’Aran Antonio Naddeo.