PISA – La robotica torna a parlare al grande pubblico a Pisa. Merito della terza edizione del festival organizzato dalla fondazione Tech Care, che ha animato la stazione Leopolda e gli Arsenali repubblicani. Tecnologie umanoidi e intelligenza artificiale escono così dal ristretto ambito degli addetti ai lavori e provano a incontrare bambini, studenti e persone di ogni età stabilendo un dialogo con una forte impronta didattica. In primo piano finisce, così, la robotica educativa con un’offerta di svariati laboratori in grado di accompagnare i visitatori alla scoperta delle grandi potenzialità raggiunte sfatando, al tempo stesso, i possibili timori sui rischi di sostituzione tecnologica.
A sintetizzare questo percorso, parlando con la Dire, è Pericle Salvini, amministratore unico di Great Robotics spin off della scuola superiore Sant’Anna e referente per la robotica educativa dell’evento: “Al festival della robotica- racconta- abbiamo deciso quest’anno di offrire una quantità di laboratori diversi tra di loro. Abbiamo laboratori che utilizzano i robot per insegnare a programmare, quindi a fare coding, insegnano a usare stampanti 3D, poi ci sono laboratori che mirano a rafforzare conoscenze che già si acquisiscono a scuola come la matematica, la geometria piana“. In questo senso, segnala, “abbiamo un laboratorio specifico con un robottino che è in grado di disegnare con un pennarello figure geometriche.
Arricchisce il report la presenza di laboratori che, invece, propongono di utilizzare il robot per stimolare la creatività, costruendo un robottino. Non mancano momenti più ludici, che si avvicinano al gaming. Un esempio concreto è il labirinto lungo il quale i ragazzi vengono chiamati a far scivolare dei robot che rispondono direttamente ai loro comandi. Insomma, una gamma molto ampia di attività che incarna, d’altra parte, il raggio di applicazione a sua volta assai esteso della robotica in ambito didattico. I risultati che si palesano al visitatore sono molto tangibili, al punto da far far temere a volte che i robot possano prendere ben presto il posto dell’uomo in alcune professioni, magari di sostituire gli stessi insegnanti in cattedra.
“Attenzione a usare questa parola- rassicura Salvini- perché la robotica nasce essenzialmente per sostituire l’uomo, ma in quelli che erano i lavori sporchi, pericolosi. Pertanto, deve essere vista come una cosa che ha un beneficio sociale, un ritorno. La domanda dovrebbe quindi essere: vogliamo davvero che gli insegnanti vengano sostituiti da robot? C’è questo bisogno? Secondo me, no assolutamente“.
La robotica, rileva ancora il referente del festival, “come tutti gli strumenti tecnologici deve essere uno strumento, appunto, nelle mani di persone qualificate, professionisti, quindi di maestre e professori che sono preparate non solo da un punto di vista tecnologico, ma anche didattico per capire cosa vogliono farci”. Un concetto chiaro ed edificante che promette di salvaguardare il senso dell’umano: “Si può utilizzare un robot per rafforzare le conoscenze e l’insegnamento– conclude- però dietro deve esserci sempre una persona che decide cosa fare e come farlo“.