Santo Domingo, aprile 2024 – Un’intensa settimana di sfide e successi ha caratterizzato la missione umanitaria di Tota Pulchra e della Fondazione Rezza Pro Cultura et Caritate nella Repubblica Dominicana, a supporto dei rifugiati haitiani.
Guidata da Monsignor Jean Marie Gervais e dal reverendo padre Hygord Amédée, la missione si è confrontata con ostacoli burocratici significativi, evidenziando le complessità dell’assistenza umanitaria in un contesto geopolitico delicato.
L’arrivo a Santo Domingo è stato immediatamente segnato da intricate procedure doganali. L’iter per il rilascio delle casse di aiuti, provenienti da Genova, si è rivelato più tortuoso del previsto, richiedendo un’intensa attività diplomatica tra la casa archidiocesana “Maria de la Altagracia”, la Caritas della diocesi San Pedro de Macoris e le autorità doganali. La risoluzione del disguido, che vedeva erroneamente classificata la merce come “beni commerciali” anziché “donazione Caritas,” ha richiesto l’intervento determinante della Suora Marie Guerda Excéus, riuscendo a correggere la classificazione. Nonostante ciò, il cambio di denominazione da “Tota Pulchra” a “Caritas” ha comportato costi aggiuntivi ineludibili.
Questi imprevisti hanno causato un ritardo nella missione, già compromessa dalla situazione politica instabile ad Haiti, che ha imposto la modifica dei biglietti aerei da metà maggio ai primi di aprile. La Repubblica Dominicana, alle soglie delle elezioni presidenziali e parlamentari di maggio, si trova a gestire la complessa situazione determinata dalla guerra civile haitiana e dalla presenza delle potenti bande armate. Il capo indiscusso di queste, Jimmy Chérizer (“Barbecue”), responsabile di efferati massacri e di un’evasione di massa di prigionieri, rappresenta una minaccia costante per la stabilità regionale, rifiutando persino il piano statunitense per il ripristino dell’ordine. Sebbene nel popolo haitiano appaia una maggiore simpatia per Guy Philippe, ex agente di polizia e politico condannato per riciclaggio, la situazione resta precaria e incerta.
La missione, pur tra le difficoltà, ha trovato accoglienza calorosa presso la casa archidiocesana “Maria de la Altagracia,” un centro di grande prestigio a Santo Domingo, che festeggiava i 50 anni del Cammino Catecumenale. L’arrivo è stato accolto con canti e danze, sottolineando la profonda spiritualità e ospitalità del luogo, strettamente legato alla tradizione mariana, come testimonia la Basilica di Higüey, benedetta da Papa Giovanni Paolo II. La collaborazione con Ignazio, preziosa figura locale, ha agevolato i contatti con la stampa e la diffusione della conoscenza di Tota Pulchra e della sua missione in America Latina.
Nonostante l’impossibilità di raggiungere l’Arcivescovado il primo giorno, la missione prosegue, fiduciosa nel superamento degli ultimi ostacoli burocratici per poter iniziare pienamente il suo lavoro a sostegno dei rifugiati haitiani. La storia della missione del 2024 evidenzia non solo la dedizione umanitaria di Tota Pulchra e dei suoi collaboratori, ma anche la complessa realtà socio-politica che caratterizza la regione, sottolineando la necessità di un impegno costante e di una solida rete di supporto per affrontare le sfide umanitarie presenti.